ottobre 2020
Avvicinati . . . a due passi da me
Dopo il tempo della sospensione, il tempo del movimento
Un nuovo appuntamento con Marina Baciocchi, con le sue opere, i suoi colori, le sue linee è costituito da questa mostra. Essa nasce, come ogni volta, da un’esigenza profonda di comunicare, far conoscere, confrontarsi, “portare alla luce” nuove dimensioni di una ricerca personalissima e particolare, come è anche sottolineato dai titoli poetici che accompagnano ogni opera. E’ quindi, il risultato di un continuo lavoro creativo, che non si è fermato nemmeno nei giorni del Lockdown, quando per realizzare i suoi quadri l’artista é ricorsa, per necessità, all’utilizzo dei materiali più disparati come la curcuma o il caffè, di cui un esempio sono i tre titoli Continuare a sperare, Volo pindarico, e Niente sarà come prima.
Le opere raccolte in questa esposizione d’autunno, ci propongono ancora una volta la vitalità e la fantasia, che sono sempre state alla base della realtà umana di questa artista, sottolineandone una personale capacità di saper passare disinvoltamente dal figurativo all’informale astratto, dal colore alla linea, dalle immagini/parole ai silenzi carichi di significato.
La linea nei suoi quadri è sempre in continuo rapporto con il colore; disegna sottile le forme dei suoi nudi Avvicinati, Gambe lunghissime, Giapponese, Volge le spalle al passato, Non dimenticarmi o si propone forte e assoluta nel suo spessore Sole rosso, Il gesto si fa linea e diventa separazione. Leggera e accennata o anche graffiata sulle velature di colore steso con la tecnica tipica dell’acquerello, anche se adopera colori acrilici diluiti, è la cifra dei quadri astratti Scende una lacrima, Io dico rosso, Sinfonia, Vola soltanto chi osa farlo, Nato con la camicia, In un angolo di cielo, Tre anni, La ballerina.
In alcune opere la linea è segno, scrittura, geometrie colorate rievocante in alcune composizioni gli ideogrammi della scrittura giapponese o in altre scompare del tutto, per lasciare al solo colore la definizione della forma. Rientrano in questa modalità due ultime opere, che pur distanti fra loro propongono nella loro essenzialità nuovi percorsi stilistici; una è il quadro Le pagine scritte l’altro è quello dal titolo Il rosso è la sua forza.
Le pagine scritte, il cui titolo non è nuovo all’artista possedendolo già un quadro dipinto nel 2011, presenta, un risultato completamente diverso rispetto al precedente. Infatti là dove la resa delle superfici era affidata ad una stesura del colore con effetti materici quasi a rilievo, in questo ultimo è la superficie che si fa materia percorsa com’è dai piccoli segni grafici di una linea spezzettata. Sono parole antiche, testimoni di una “storia infinita” che compongono un testo misterioso e prezioso nella sua semplicità e immediatezza poetica.
Nell’altro quadro Il rosso è la sua forza la linea è assente; al colore fortemente materico è affidata la rappresentazione di un busto femminile scultoreo, il cui movimento di torsione è suggerito dalla stesura per piani di pennellate di colore con densità e timbri tonali diversi. L’opera sembra gridare con una forza plastica avvincente la potenza ritrovata di una identità femminile nuova.
Cecilia Spetia
Storica e critica d’arte