Spread the love

comunicato stampa

MOSTRA BIPERSONALE MARINA BACIOCCHI GIANPAOLO CONTI

22_28 novembre 2024

“Contrasti di luce “ il linguaggio cinematografico nell’arte contemporanea

Il filo di ricerca che accompagna le opere astratto/geometrico di Marina Baciocchi fa riferimento al cinema di Michelangelo Antonioni 

Lo stile di Antonioni si connette all’arte contemporanea coeva, specie quella non figurative volta all’astrazione geometrica, che va dai dipinti di Malevic alle geometrie di Mondrian, di Klee, alle fenditure di Burri.

“Spazio, tempo, azione” nell’arte cinematografica, come nell’arte contemporanea.

“Le opere esposte di Marina Baciocchisono incentrate sulla composizione di linee e piani geometrici, in cui il colore è funzionale alla forma. Le opere sono accomunate da una ricerca mirata ad una visione tridimensionale dello spazio, la cui profondità è affidata all’ uso dell’ illuminazione a Led posta dietro ad alcuni quadri come  l’opera titolata “Oltre l’invisibile”o all’applicazione sulla tela di porzioni di cartone ondulato, o filtri fotografici che ne costruiscono la forma, come nei quadri dai titoli singolari: “Il coraggio della solitudine”, “Geometrie interne”,”Oltre l’invisibile”.

Il risultato è un rimando di piani luminosi, che attraverso vibrazioni coloristiche in monocromo, restituiscono un’immediatezza espressiva alle forme geometriche. La luce è linea, il colore è linea e forma’.

Cecilia Spetia, critica e storica dell’arte

Sebbene il cinema e la fotografia siano due arti nettamente distinte dal punto di vista della percezione, hanno in comune un dispositivo ottico per catturare le immagini, la fotografia in un singolo fotogramma e il cinema attraverso 24 fotogrammi al secondo per dare l’illusione del movimento.  Le opere fotografiche esposte in questa mostra da Gianpaolo Conti, per la natura stessa della sua professione di regista, sottolineano quanto le due arti siano indissolubilmente connesse. Da “Riders can dance” dove due riders sfrecciano in uno spazio urbano, quasi sfiorandosi, inquadrati in campo medio, a “Quasi senza toccare terra” che nell’inquadratura in campo lungo mostra la figura leggiadra di una donna in bicicletta su uno sfondo in cui mare e cielo sembrano fondersi. “La nebbia ad attenderci” racconta la solitudine di un rider in un deserto urbano dove pallide luci rompono il bianco fitto della nebbia. I “Un treno blu” il contrasto del contromovimento del ciclista e del treno creano un dinamismo di forme e colori.